Il senatore Mario Monti lancia l’allarme delle conseguenze economiche di questa crisi politica.
In un’intervista a La Stampa Mario Monti, senatore e ex presidente del Consiglio dichiara che questa crisi provocherà grossi danni e non era necessaria. Una crisi, sottolinea Monti “provocata per un fiocco di neve” che e poi presto diventata una valanga. Il senatore spera che si ripeti il precedente di Ciampi nel 1994. Il premier Draghi è dimissionario e non sfiduciato quindi la sua esperienza di governo potrebbe non essere finita.
Per Monti questa grave crisi può essere contenuta dato che anche se il presidente della Repubblica dovesse a breve proclamare le elezioni, il governo resta in carica. Il senatore Monti era convinto che si sarebbe sviluppato in modo diverso e che la questione avrebbe avuto un esito diverso. “A questo punto deve rimanere fino alla formazione del governo post-elettorale” ha dichiarato riferendosi a Draghi.
Ora c’è l’emergenza finanziaria
La caduta del governo per Monti è stata inevitabile perché è nella “natura delle cose che per un governo di unità azionale guidato da una personalità esterna alla politica l’avvicinarsi del voto comporti maggiore e crescente nervosismo”. Una cosa assolutamente normale per l’ex premier.
L’intervistatore fa notare a Monti che il suo governo è durato sei giorni in più di quello di Draghi e il senatore nota le differenze che ha avuto questo esecutivo, da tutti gli altri e non solo dal suo come la gestione della pandemia e la guerra in Ucraina. Inoltre, il governo tecnico di Monti era tecnico anche tra i ministri mentre Draghi era circondato quasi da tutti politici.
Per quanto riguarda gli affossatori, Monti non ne sceglie un peggiore. Mette Salvini Berlusconi e Conte tutti e tre “sulla lista del biasimo”. Adesso c’è l’emergenza finanziaria dello spread che continua a salire soprattutto dopo la notizia della fine del governo Draghi. A gravare ulteriormente sono anche le scelte di Francoforte, ovvero della Bce di alzare i tassi di interesse dopo oltre 10 anni.